In occasione di Fly Future 2022, sarà celebrato il centesimo anniversario della nascita della Società Italiana Servizi Aerei (SISA), la prima compagnia aerea italiana che fu fondata dai fratelli Cosulich nel 1922. Di seguito, pubblichiamo una breve storia della SISA redatta da Andrea Cosulich, oggi presidente onorario della Fratelli Cosulich SpA di Trieste, in occasione della rievocazione dei voli effettuati dalla SISA a partire dalla metà degli anni Venti tra Trieste e Lussino (Croazia), organizzata nel maggio 2018 dall’Aero Club di Como.
Tutto ebbe inizio nel 1921, quando i fratelli Callisto, Fausto e Alberto Cosulich, proprietari della Fratelli Cosulich, importante impresa armatoriale di Monfalcone, già fondatrice e proprietaria del Cantiere Navale Triestino (oggi Fincantieri), acquistarono un vecchio biplano FBA Type H, dismesso dalla Regia Marina, allo scopo di trasportare la clientela di riguardo da Trieste ai loro alberghi di Portorose (oggi in Slovenia), evitandole un lungo viaggio in automobile.
Constatato quanto venissero apprezzate quelle brevi escursioni aeree, i fratelli Cosulich decisero di affiancare alle loro attività turistiche locali anche un’impresa di navigazione aerea. La SISA venne quindi fondata nel 1922 a Lussinpiccolo (oggi in Croazia), con lo scopo di gestire una scuola di volo per piloti di idrovolanti civili e militari, oltre che per effettuare voli turistici tra Venezia e Portorose. Nel 1924 iniziarono a svolgersi, con una certa frequenza, voli di collegamento tra Venezia e Trieste, che servivano all’azienda per acquisire dati ed informazioni circa i costi ed i mezzi da utilizzare.
Il 1º aprile 1926 viene ufficialmente inaugurata la linea Trieste-Torino-Trieste con un volo dimostrativo di due coppie di idrovolanti, rispettivamente e contemporaneamente in partenza da Torino e Venezia, con i quali si offriva il raggiungimento della destinazione in un solo giorno. In verità, durante questo primo volo, gli inconvenienti tecnici non mancarono e solamente uno dei quattro velivoli riuscì a compiere l’impresa nel tempo stabilito. Nello stesso anno la linea si arricchì degli scali intermedi di Venezia, Adria, Ostiglia, Casalmaggiore, Piacenza, Pavia e Casale Monferrato.
All’inizio dell’attività della SISA venivano utilizzati quattro idrovolanti CANT 10 ter, che avevano la possibilità di trasportare 5 passeggeri, oltre al pilota. Per l’attività di scuola venivano impiegati invece i CANT 7 e il secondo prototipo del trimotore CANT 6. Un CANT 7 venne successivamente destinato a servizio di linea. La cadenza del collegamento era trisettimanale, con scali “a richiesta” nei principali porti fluviali del Po che, sostanzialmente, costituiva il tragitto obbligato. Il prezzo fissato era di 350 lire, e nonostante il costo elevato, l’aviolinea ottenne un notevole successo. Il 15 ottobre dello stesso anno vennero attivato anche le tratte tra le città di Trieste, Pola, Zara e Ancona, con scalo anche a Lussinpiccolo.
Con il consolidamento e l’espansione delle attività della SISA iniziò anche il rinnovamento del parco velivoli. I CANT 7 per l’addestramento vennero sostituiti dai CANT 18, mentre a partire dal 1928, dopo un impiego a scopo di test sulla tratta Brindisi-Valona, il trimotore CANT 22 iniziò man mano a prendere il posto dei CANT 10. All’inizio degli anni trenta iniziò la fase di concentrazione delle compagnie aeree italiane e anche la SISA rimase coinvolta in questo processo, venendo assorbita dalla statale Società Aerea Mediterranea, che nel 1931 aveva già acquisito la Società Anonima Transadriatica. La riorganizzazione della SAM portò poi, il 28 agosto 1934, alla formazione dell’Ala Littoria.
Nella relazione finale del 1934, in cui annunciavano la chiusura dell’azienda, il presidente Guido Cosulich e il direttore generale Antonio Maiorana tracciarono un breve consuntivo della SISA, che fino a quel momento aveva totalizzato 12.093 voli e 28.710 ore di volo, percorrendo 4.032.286 km con il trasporto di 59.021 passeggeri, 84.952 kg di posta e giornali, oltre a 947.146 kg di merci varie. La media di regolarità di linea era stata del 99,42% e la media di regolarità d’orario del 96,88%. Valori eccezionali per l’epoca, resi possibili dal fatto che i voli si svolgevano tutti su acqua – l’Adriatico e il Po – cosa che offriva la possibilità di poter ammarare senza problemi e rischi in qualunque punto delle tratte e in qualunque situazione di emergenza. Un esempio chiarissimo delle formidabili possibilità operative e della sicurezza intrinseca degli idrovolanti.
Dal 1934 la storia della SISA si fuse con quella della principale compagnia aerea italiana, fino al 1940, quando le diverse linee aeree italiane vennero militarizzate, venendo inquadrate nei Servizi Aerei Speciali (SAS). Dopo la Seconda guerra mondiale, i servizi aerei commerciali ripresero le attività, nel 1947, in seguito al Trattato di Parigi. Alcune compagnie italiane vennero autorizzate al volo e tra queste la SISA, in quei mesi posta sotto il controllo amministrativo degli Forze militari occupanti. La famiglia Cosulich riprese le redini dell’azienda e tentò di risollevarne le sorti acquistando dall’aviazione statunitense sette Douglas C-47 militari, che affidò alle Officine Aeronavali di Venezia per la riconversione al trasporto civile. In tale contesto i Cosulich procedettero alla rimessa in funzione dell’aeroporto “Amedeo Duca d’Aosta” di Gorizia e avviarono trattative con gli enti dell’aviazione cecoslovacchi, iugoslavi, greci e turchi per instaurare reciproci collegamenti aerei tra le capitali. La nuova SISA proseguì i suoi servizi fino al maggio 1949, quando venne assorbita dalla Avio Linee Italiane, poi rinominata ALI – Flotte Riunite.
(testo tratto da: https://www.seaplaneteam.com/italo-croatian-celebration-flight/)
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